“Adoro aiutare le persone, afferma Tarek Ali, mi rende felice”. Influencer, ma anche imprenditore, artista, scrittore, attore e tanto altro: Tarek fin da bambino ha un’innata propensione per la positività, che non ha mai smesso di evolvere. Ma una cosa è rimasta stabile: ogni singolo giorno, la positività parte da se stesso.

Nell’ampio panorama delle personalità meticolosamente costruite dei social media, Tarek incarna un’oasi di autenticità: genuino e onesto sul suo percorso, dall’infanzia difficile fino alla prospera vita adulta. Va sottolineato, però, che la gioia non è l’unica emozione che coltiva. Infatti, è proprio la sua volontà di non mentire sugli alti e bassi della vita, inclusi quelli personali, ad aver creato un forte senso di community tra i centinaia di migliaia di follower del suo canale YouTube, di Instagram e Twitter.

Tarek definisce il suo quaderno interattivo “How I’m Learning to Love Myself” una guida per imparare ad amarsi meglio.

“Inizio ogni video nello stesso modo: Ciao, sono Tarek Ali, come state? Come vi sentite? Spero che tutto vada per il meglio”. È un modo per sentirsi vicini. Voglio che le persone imparino ad accettarsi, a pensare di dover essere onesti”, afferma. “Il mio canale sembra una guida per ricevere supporto, ma è solo il mio percorso. Porto qui le persone e condivido con loro ciò che ho imparato e come sto cambiando. Poi, possono scegliere di cambiare e crescere insieme a me”.

Qui, con parole sue, Tarek parla di come bilanciare l’arte e il lavoro, dello stato meditativo generato da una routine di skincare e di quanto sia bello accettarsi per come si è.

 

Passi in avanti.

“Sono sempre stato creativo. Amavo recitare negli spettacoli a scuola e in chiesa, e scrivere copioni che interpretavamo a casa insieme ai miei fratelli e sorelle. Sono cresciuto in una famiglia con 11 persone, quindi non mancavano mai i personaggi. Poi, per farla breve, la vita si è mostrata in tutta la sua crudezza. Mio padre ha perso il lavoro, abbiamo perso la casa, abbiamo perso tutto. Ci siamo dovuti trasferire in un quartiere in cui non mi sentivo al sicuro. Subivo atti di bullismo per la mia indole queer, perché ero grasso, perché ero nero. Non potevo permettermi il lusso di fare cose che costavano più soldi del necessario perché non avevamo più soldi del necessario, quindi mi sono concentrato sugli studi, pensavo che mi avrebbero spalancato le porte. Ero bravo nelle materie scientifiche e il settore sanitario mi interessava, perché era un modo per aiutare gli altri. Ero pronto a studiare medicina per dieci anni”.

 

Una svolta imprevista.

“Quando ero alle superiori, ho iniziato a fare video per YouTube e Instagram nel tempo libero, per alimentare la mia creatività, in tutti i modi possibili. Condividevo gli episodi della mia vita e le cose difficili da affrontare, poi come le avevo affrontate. Credo che quell’approccio sia stato percepito come diverso e innovativo da tante persone. Se davo consigli su cosa fosse giusto o sbagliato, non lo facevo per sembrare acculturato o onnisciente.  Molte volte vogliamo semplicemente stringere dei legami, non sentirci soli, anziché sentirci dire cosa fare. Poi con il tempo le persone hanno iniziato a seguirmi, ad apprezzare i contenuti, così non mi sono fermato. Al primo anno di università mi sono reso conto che era davvero una fonte di reddito, che la creatività poteva essere il mio lavoro. Dopo la laurea, ho capito che avevo la possibilità di fare ciò che mi gratificava più del settore sanitario, e ho deciso di giocarmi tutte le speranze. Da allora, cerco di vivere la vita di un artista e di un imprenditore a tempo pieno. Ed è davvero diversa rispetto a quella di uno studente”.

 

Tarek condivide alcuni momenti personali della sua vita nei video di YouTube, per esempio: “Come strutturare la vita e gli obiettivi personali dopo la laurea”.

 

Un equilibrio delicato.

“È una battaglia costante quella tra il mio lato da imprenditore e quello da artista. La mentalità lavorativa richiede programmazione e organizzazione per pagare le tasse e così via, mentre la creatività scorre più fluida. I miei contenuti sono saldamente legati alle mie emozioni e a ciò che sto vivendo, e lo condivido nella speranza di aiutare gli altri. Per questo, può essere difficile coniugare i due aspetti”.

 

Una giornata tipo.

Mi sveglio attorno alle 6, mi alleno per un’ora e trenta, cerco di bruciare 750 calorie, poi torno a casa, doccia e colazione. E via, inizia la giornata. Di sera, un calice di Pinot Grigio con un goccio di St. Germain, il mix perfetto, unito alla mia routine di skincare e un buon libro.

 

Amore per la propria pelle.

“Adoro prendermi cura della mia pelle e amo la mia routine di skincare: tutte le mattine dopo essermi alzato e la sera prima di andare a dormire sono i momenti in cui mi concentro solo su me stesso. Molte delle cose che faccio sono legate al lavoro o mi aiutano a raggiungere il successo per certi versi. In questi momenti, devo interrompere ogni altra cosa e concedermi dieci minuti per me stesso. Molte persone credono che sia una spesa ingente per il viso, ma per me è questione di prendersi cura di sé”.

 

Come gestire le insicurezze e mostrare forza interiore.

 

“Alcune persone hanno insicurezze che impediscono loro di lavorare, altre hanno insicurezze che rendono più difficile la vita lavorativa. Tutti le affrontiamo, ciascuno in maniera diversa. Negli ultimi tempi guardavo la fotocamera e non volevo più mettermi seduto lì davanti. Avevo l’impressione che i miei contenuti non avessero più senso, che le persone li guardassero e subito dopo li avessero dimenticati. Anziché combattere contro quel momento di depressione, del tutto naturale, mi sono aperto e ho detto: “Sono triste. Mi sento così”. E una volta accettato, ho cercato di capire perché faccio quello che faccio. Guardando i miei stessi contenuti, ho ricordato a me stesso che adoravo farlo e tuttora lo adoro. Mi soddisfa e mi rende felice. E quando mi concentro su questo, per me diventa più facile creare”.

 

Scritto nelle stelle.

 

Sono ascendente Vergine. Le persone della Vergine sono molto portate al lavoro e alla programmazione, sono molto organizzate.  Quindi, dopo la mia routine di bellezza, mi siedo e studio il calendario e l’elenco delle cose da fare. In camera ho un enorme calendario a lavagna in cui programmo le cose da fare della giornata. Alcuni giorni li dedico alla scrittura: programmi televisivi, copioni di discorsi pubblici da usare in futuro o concept per video. Altri giorni li dedico alle riprese, mentre altri ancora sono soltanto dedicati al relax. Dipende”.

 

Trovare gli strumenti giusti.

 

“Dopo alcuni anni che lavoravo come influencer, ho iniziato a ricevere tantissimi documenti: contratti, accordi, sponsorizzazioni, accordi di riservatezza, liberatorie per contenuti multimediali. Elaboro tutto su Adobe [Acrobat]. Mi consente di modificare, organizzare, firmare, scansionare. Usare Acrobat è come lavarsi i denti: un’attività del tutto naturale”.

 

Massima di vita.

 

“Ho un tatuaggio in francese che dice: Dans la vie tu dois travailler pour ce que tu veux, che significa “Nella vita devi lavorare per ciò che vuoi”.